lettera D.S.

Lettera aperta del D.S. prof.Giovanni Battista Abbate

È proprio strano il modo in cui la mente si difende.

Non sono passate nemmeno ventiquattro ore da quando in seduta consiliare abbiamo appreso ufficialmente che il nostro istituto potrà rimanere aperto e funzionante almeno fino alla fine delle attività didattiche di questo ‘incredibile’ anno scolastico eppure, personalmente, pare che sia accaduto … una vita fa!

Ciò che più ci interessava era dare la ‘giusta’ possibilità ai nostri ragazzi di affrontare l’Esame di Stato nei luoghi che hanno frequentato per anni e hanno conosciuto, amato e vissuto.

Il mio fisico, che non mi può mentire, accusa ancora il colpo e mi sveglia, non ancora le cinque del mattino, e mi porta nello studio e mi dice di scrivere e, alleandosi alla mente mi consiglia di non dimenticare.

Cosa, non dimenticare?

Che non mi sono sentito solo.

Dovete sapere che questo maledetto e affascinante lavoro ti sottolinea quanto la dirigenza sia solitaria e atomica: forse Quasimodo, in un momento di chiaroveggenza, aveva intuito cosa sarebbe stata la figura del Preside!

Ma (e per fortuna che esistono le congiunzioni avversative!) in questa terribile settimana per me non è stato così ed è, per tanto, onesto moralmente e doveroso umanamente ringraziare e ringraziarvi.

Grazie a voi professori perché nella quasi totalità avete speso delle parole e del tempo per incitarmi ed incoraggiarmi e in diverse misure e modalità avete operato affinché non si compisse un simile delitto.

Grazie al settore amministrativo che ha continuato a lavorare come se fosse il primo giorno di scuola e, in continui contatti telefonici e postali, mi ha tenuto costantemente informato di tutte i sospiri che venivano dalle stanze di regia. Grazie anche perché, in quei pochissimi momenti in cui mi incrociavano, riuscivano a strapparmi un sorriso conducendomi fuori da quel sentiero che non sapevo più dove sarebbe sfociato .

Grazie allo staff di presidenza (e adepti)  che mi ha sostituito in modo impareggiabile durante le mie scorribande istituzionali, senza mai perdere la calma e trasmettere serenità ai nostri allievi.

Grazie agli allievi, specialmente e innanzitutto, perché con freschezza ma compostamente e civilmente hanno dato voce e senso al nostro malessere. Ci hanno impartito una lezione! Sono fiero del loro comportamento e sono orgoglioso (mi si conceda …) di aver spinto affinché i nostri ragazzi si abituassero a sviluppare il senso critico e politico dove questo ultimo termine assume sfumature  etiche e di solidarietà senza mortificare l’originalità e la libertà di pensiero. Grazie perché hanno mostrato al mondo, con mossa vincente, che il Diritto può e deve vincere, che preparandosi ci si può opporre a qualsiasi evenienza dai toni incongruenti, che la rete non è soltanto quella dei mezzi informatici e ‘social’ ma è soprattutto e squisitamente Umana, che la vita perché diventi esistenza deve avere scopi e obiettivi, che lo studio non è una raccolta di dati e informazioni ma è l’acquisizione della propria coscienza e il lavoro continuo di scavo dentro di sé al fine di trovare la propria acqua vitale.

Grazie ai Collaboratori Scolastici che hanno lavorato senza ostacoli ed hanno anche saputo deviare sirene telefoniche che avevano come unico scopo quello di assecondare loro tristi appetiti di minuta informazione che rasentava il chiacchiericcio da ombrellone.

Grazie ai cuochi che in mensa mi hanno coccolato e mi hanno fatto ricordare una battuta di un noto film ‘te le ha magnà!’.

Grazie ai ‘seri’ giornalisti che hanno riportato le notizie così come erano e come sono.

Grazie ai giornalisti da bar che hanno dato l’opportunità a tutti noi ed ai giovani di comprendere ciò che non va fatto.

Grazie alla società civile – Associazioni culturali e non solo incluse – che in numerosissime occasioni ha dimostrato vicinanza alla famiglia Nifo con incontri spontanei, suggerimenti opportuni e con disponibilità totale e gratuita.

Grazie all’Amministrazione sia di Maggioranza sia di Opposizione che, uniti, hanno aiutato e si sono adoperati, ognuno con le loro opportunità istituzionali, affinché riuscisse il nostro grande sforzo di vivere.

Grazie alla mia famiglia che mi ha supportato e sopportato in silenzio e fingendo di lasciarmi in pace anche quando alzavo i toni della voce o non rispondevo alle loro richieste.

E grazie al mio gatto che, notata la tensione che provavo, ha deciso di concedermi una tregua e non mi ha graffiato né morso per tutti questi giorni.

Grazie ancora a tutti.

 

p.s.

non montatevi la testa.

Dopo la laudatio … a lavorare!

G. B. A.